Bootshaven, lontano nord della Germania.
L'odore di mele è intenso e pungente e avvolge la vecchia casa e il
giardino. Basta quel profumo e Iris, bibliotecaria di Friburgo, di colpo
torna bambina. Sono passati anni, ma tutto è rimasto come allora: un giardino quasi incantato,
dominato dal vecchio albero di melo, sotto i cui rami le donne della
famiglia Lünschen hanno trovato l'amore, l'amicizia, ma anche la morte.
Come Rosmarie, l'amata cugina di Iris, morta ad appena quindici anni.
Una fine misteriosa, cui nessuno ha mai saputo dare una spiegazione. Ma
adesso è venuto il momento di occuparsi della casa. Per farlo deve
imparare a conoscere veramente le donne della sua famiglia e i segreti
che custodiscono. Come Inga, venuta al mondo mentre il melo era colpito
da un fulmine, che trasmette scosse elettriche ogni volta che tocca
qualcuno; o Harriet, convinta che i torsoli di mela sappiano di
marzapane; o Mira, l'amica di giochi di Rosmarie, che ora ha assunto in
tutto e per tutto le sembianze della cugina. Stanza dopo stanza, le
domande si rincorrono l'una dopo l'altra: che cosa aveva fatto veramente
il nonno di Iris prima di andare in guerra? Che cosa voleva dire
Rosmarie a Iris quella notte lontana, prima di arrampicarsi sul tetto
del giardino d'inverno? Che rapporto c'era tra Mira e Rosmarie? C'è solo
un modo per dimenticare. Ed è ricordare.
Duecentocinque pagine di libro per non avere neanche una risposta alle domande poste dalla trama. Trama che - per altro - è davvero stuzzicante ed insieme al titolo cattura certamente l'attenzione. Peccato però che in realtà ci si trovi poi davanti ad un harmony annacqato, inconcludente, inutile, evanescente.
I piani temporali si sovrappongono, non si ha alcun tipo di risoluzione esclusa una storia d'amore patetica e scialba che è telefonata praticamente dalla prima pagina. Decisamente poco sfruttata l'originalità della trama.
Che noia che barba, che barba che noia.
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