martedì 27 marzo 2012

Quindici buone regole da rispettare quando si fa musica insieme

Testo di autore anonimo ritrovato presso l’archivio del Teatro Comunale di Bologna

1. suonate tutti lo stesso pezzo

2. fermatevi ad ogni segno di ritornello e discutete animatamente se ripetere o no

3. chi stona getti un’occhiata ad uno dei suoi colleghi

4. accordate con la massima cura prima di suonare, dopo di che potrete stonare per tutta la sera con la coscienza a posto

5. girate le pagine con la dovuta calma

6. una nota giusta al momento sbagliato è una nota sbagliata (e viceversa)

7. se tutti si imbrogliano, eccetto voi, allora siete voi ad imbrogliarvi

8. cercate di massimizzare l’NNPS (numero di note per secondo), vi guadagnerete l’ammirazione degli incompetenti

9. le legatura, i coloriti e gli abbellimenti non devono essere rispettati, servono solo ad abbellire la pagina stampata

10. se un passo è difficile rallentate, se è facile accelerate, alla fine tutto si aggiusta

11. quando vi siete persi del tutto, fermate tutti gli altri e dite: “forse dovremmo accordare meglio”

12. se per colpa vostra tutti gli altri si sono dovuti fermare, spiegate dettagliatamente le ragioni per le quali vi siete imbrogliati, tutto ciò desta sempre molto interesse

13. la vera interpretazione è quella nella quale non resta più una sola nota dell’originale

14. una nota stonata suonata con timidezza è una nota stonata, una nota stonata suonata con autorità è interpretazione

15. quando tutti gli altri hanno finito di suonare, non continuate a suonare le note che vi sono avanzate

[Perchè è così, ci si diverte insieme e la musica non si fa. Si vive.]

lunedì 26 marzo 2012

Io, me e le note a piè di pagina.

Tempo fa ho letto i primi quattro volumi della serie con Thursday Next di Jasper Fforde e ho trovato che un punto di forza dei libri fossero le conversazioni che si svolgono tramite note a piè di pagina, "causate" dall'ulitizzo del notofono*.

Nel weekend ho letto l'ultimo della Kinsella e nel calderone dei difetti (si, perchè se spesso la Kinsella regala una manciata di ore di svago in compagnia di Cenerentole paracule e svitate che vivono avventure surreali ma che almeno fanno sorridere, questa volta è andata davvero fuori strada) spiccano alla grande le note. Fastidiose, spesso inutili, spezzano la narrazione in un modo esagerato. Che dico, già non è granchè, almeno contieniti e non sfrantecare quel briciolo di perseveranza cui i lettori si aggrappano disperatamente per non mollarti dopo 13 pagine!

Insomma, la stessa caratteristica c'è chi può e chi non può. E dico, se Fforde mi ha fatto innamorare delle note, significa che lui può.

Qualcuno penserà che il confronto che ho fatto è sacrilego, che due autori così sono su due piani diversi e le mie considerazioni sono ovvie e bla bla bla. Ma sono cose che anche se si sanno, vanno dette.

Andate in pace, amen.

* Anche se l’idea di usare le note a piè di pagina come mezzo di comunicazione fu avanzata dal dottor Faustus già nel 1622, si dovette aspettare il 1856 perché si realizzasse il primo notofono funzionante. Nel 1895 ne fu installata una versione sperimentale all’interno di Tempi difficili e nel giro di tre anni la maggior parte delle opere di Dickens fu connessa. Il sistema si stava espandendo rapidamente, fino ad arrivare al primo collegamento transgenere, inaugurato nel 1915 con grandi festeggiamenti, tra i generi Dramma umano e Giallo. Da allora la rete è stata estesa e migliorata, ma recentemente l’avvento delle notofonate pubblicitarie e la deregulation dei canali di informazione e intrattenimento stanno saturando il sistema. Nel 1985 è stata introdotta una rete di notofonia mobile.
Il gatto del Cheshire - Guida giurisfictionaria alla Grande Biblioteca (glossario)

mercoledì 21 marzo 2012

Il Marchio del Diavolo - G. Cooper

(S)consigli per gli acquisti:


Roma, 1139. Inquieto, un uomo alza gli occhi alla volta celeste. Seguendo le indicazioni dei suoi predecessori, è arrivato nella Città Eterna per assistere all’eclissi che mostrerà un allineamento astrale unico.

Roma, 2000. Incredula, una giovane archeologa fissa il cielo. Poche ore prima, il Vaticano le ha ordinato d’interrompere gli scavi nelle catacombe di San Callisto, mettendo così fine alla sua carriera accademica. E adesso lei giace sull’asfalto, in una pozza di sangue.

Roma, oggi. Sconcertata, una suora studia i simboli astrologici tracciati sul muro. Ma quello non è il solo enigma custodito dall’antico colombario di San Callisto. Intorno a lei, infatti, ci sono decine di scheletri caratterizzati da un’anomalia inquietante: la stessa anomalia del sicario che, anni prima, aveva cercato di ucciderla. 


Blogger, oggi. Una disgustata bookaholic pensa che questo libro sia ridicolo. Prendete le banalità più banali, le ovvietà più ovvie, shakeratele bene per tre minuti e poi gettatele sulla carta avendo soltanto l'accortezza di comporre frasi di senso logico (perchè queste ci sono Glenn, te lo concedo). Aggiungete poi un personaggio che si chiama come la scrittrice che vuole farci credere che i vampiri siano swarovski et voilà. Il peggio libro dell'anno è servito.

venerdì 16 marzo 2012

Palla ovale

Go Italy Go

martedì 6 marzo 2012

Le gioie del lavoro in équipe ovvero Se piove merda, prima o poi qualche schizzo te lo prendi.

La vita di ogni persona è costellata da interazioni con altri esseri umani. Tra le categorie più famose ricordiamo i familiari, gli amici stretti, i compagni di scuola ed i colleghi di lavoro. Questi ultimi sono l'oggetto di studio della puntata di oggi.

Aria sulla quarta corda - per i non addetti, musica di Superquark - in sottofondo.

Il collega in senso stretto è colui che svolge la tua stessa mansione con lo stesso livello gerarchico. In senso più generale, è colui che respira la tua stessa aria per otto ore al giorno (quando va bene) e cerca perennemente di rubarti il parcheggio, che sia un dirimpettaio di scrivania, un capoufficio o uno stagista. Bipede antropomorfo, dotato di pollice opponibile, non sempre è appartenente alla specie Sapiens Sapiens.

Le tipologie di collega più famose sono le seguenti:
* collega cleptomanensis: tipologia altamente diffusa, si riconosce per la sua capacità di depredare le altrui scrivanie da qualsivoglia articolo di cancelleria. Spesso non lo fa di proposito. Basta contrassegnare i propri ferri del mestiere, che saranno immediatamente riconosciuti all'interno dei suoi cassetti stipati di cianfrusaglie ed altra refurtiva.

* collega rompiscatolae: borbottatore metodico, nulla è mai come vuole. Dal caffè al meteo, dai lavori da lui stesso redatti a mansioni che non solo non competono a lui, ma non riguardano neanche l'azienda in cui è assunto. Quanto si viene braccati, conviene lasciarlo parlare annuendo e lasciando qui e là monosillabi strategici. Se ne andrà soddisfatto e non coinvolgerà per un po' nei propri sermoni.

* collega negosapiens: appartenente alla specie mai estinta di Homo Nun Sapiens 'N Cazzu, cade perennemente dalle nuvole. Raramente per davvero, più spesso clamorosamente per finta. Non è un grande attore, si riconosce facilmente la frottola dal roteare vorticoso delle pupille (evitare lo sguardo dell'interlocutore è la sua regola prima) e dall'enfasi con cui pronuncia la formula standard "io non ne sapevo nulla!".

* collega fancazzus: esponente fastidioso ma anche no, in base a quanto ci si ha effettivamente a che fare. Ha il terribile difetto di finire tra i piedi nei momenti meno opportuni ed in questi frangenti il livello di irritazione che provoca fa sfiorare la gastrite nervosa. Fortunatamente viene spesso bastonato e la speranza che finalmente entri sale nella zucca è l'ultima a morire. 

* collega rusconis: rarità diffusa in quantità di 1 a 20 circa. Svolge il suo lavoro senza sfrantecare troppo le altrui scatole, in caso di errore riconosce in linea di massima la propria responsabilità ed è di piacevole compagnia nelle pause caffè, in quanto capace di intrattenere conversazioni intelligenti che esulano dal lavoro. In casi estremi si presta anche a svolgere lavoro non suo, rinfacciandolo per qualche tempo ma in modo non troppo fastidioso.

* collega paraculensis: è il più infimo della categoria. Ogni sua azione è premeditata ed ha una backdoor che consente di pararsi il deretano infangando possibilmente i propri collaboratori. Gode nell'assistere a reprimende, la maggior parte delle volte scatenate da lui stesso. Scarica le proprie colpe su chiunque gli capiti a tiro, semina zizzania, tira il sasso e nasconde la mano. Ha fatto del "paraculo" un'arte ed è capace di nutrirsi di aglio solo per alitare sulle altrui scrivanie. Spesso si presenta come incrocio con il negosapiens, ma è portatore di ulcera se lo si incontra accoppiato al rompiscatolae. Ancora peggio se le due caratteristiche sono racchiuse in un unico involucro. 

* collega perfecto: mai avvistato. La sua esistenza da confermare è al momento in bilico tra leggenda e realtà.

Purtroppo i colleghi capitano e non si scelgono, ma con una buona dose di menefreghismo e un'epidermide impermeabile si può sopravvivere. Non disperate!

Titoli di coda

venerdì 2 marzo 2012

Tette vs. intelligenza.

Notizia via radio: un'indagine statistica di cui ho perso i dettagli (a volte lavoro con le orecchie tappate), rivela che c'è un'alta percentuale di donne disposte a cedere parte della loro intelligenza in cambio di una taglia in più di seno.

(ore di silenzio











elettroencefalogramma piatto










cervello annichilito dalla notizia)

Che poi, dico io, il problema neanche si pone.
Molto meglio tenersi l'intelligenza.
Col passare del tempo
non subisce la forza di gravità
e non ha nemmeno bisogno di tanti ritocchi.