giovedì 7 giugno 2012

Il mistero di casa Aranda - J. Tristante

Elegante e garbato. Sono i primi aggettivi a cui penso, se qualcuno mi chiedesse di descrivere il libro in due parole. D'altri tempi, aggiungerei se potessi usarne tre.

Tristante ci porta nella Madrid di fine ottocento e ci presenta Victor Ros, un delinquentello che - abbandonata la cattiva strada - diventa un ispettore di polizia dal fiuto fino. Ovviamente poi è descritto anche come bello, che nella fantasia della lettrice media diventa, nove volte su dieci, gnocco. Il decimo rimanente è perchè la suddetta lettrice lo considera decisamente gnocco.

Dicevamo.

Il libro è un diesel, come tutti gli scrittori spagnoli Tristante parte lento e ama le digressioni e le divagazioni. Però fa un uso scrupoloso e corretto della punteggiatura, tutto rimanda alla trama, nulla rimane sospeso e non ci sono cinquecento personaggi di cui almeno quattrocentonovanta inutili*. Posso quindi affermare che il caro Jerònimo mi fa fare pace con gli autori spagnoli per i quali non nutro esagerata stima. Inoltre la caratterizzazione dei personaggi è completa, impossibile non affezionarsi a loro; imisteri rispecchiano il modus operandi dei gialli classici. Solo il finale in stile Harmony mi è sembrato un po' buttato lì. L'autore avrebbe potuto risparmiarsi quelle due-pagine-due lasciando il tutto all'immaginazione del lettore. Pazienza, non si può avere tutto dalla vita!

In ogni caso, ottimo esordio. Libro assolutamente consigliato.




* i riferimenti a Saramago, Zafòn ed alla Allende sono assolutamente voluti!

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho appena terminato di leggerlo e il mio giudizio non può che essere negativo. La storia è debole, ma soprattutto è scritta in maniera insulsa. Ho faticato a finirlo. La collocazione ideale di questo libro è il cestone dell'autogrill.

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